LA STORIA (alcuni cenni)

Le prime citazioni che testimoniano la coltivazione della cipolla sugli arenili tra Zapponeta, Margherita e Barletta risalgono al 1727. Si tratta dei contratti di affitto per le “arene morte e nude d’erba ad uso di orto per piantare meloni, cipolle ed altri frutti, site e poste nel feudo di esso signor d. Giulio, detto di Zapponeta, et proprio al Terzo di Rigoli […]” (De Vita, 2001).

Dall’Onciario di Barletta, redatto nel 1754 si rileva che “… Giovanni Maria Campitelli, che, salvo tre versure cedute ai Sanseverino di Bisignano, a ridosso di Torre Pietra, è proprietario della difesa, una striscia di terra, stretta tra lago e mare, erbaggiale ed arenosa di arene ortalizie fruttifere, che dalla contrada Orno arriva fino a Zapponeta. In essa si producono soprattutto cipolle e melloni” (Russo, 2001).

Nel 1769 Francesco Paolo De Leon nel suo manoscritto “Istoria di quanto a Barletta particolarmente si appartiene” conservato dalla Biblioteca Comunale di Barletta, parla degli “arenali” a nord-ovest di Barletta, “lungo il lido dal mare fino a Torre Rivoli” e dice che “oggidi non vi si piantano che legumi, melloni e cipolle, le più belle e le più grandi della provincia, le quali cose per lo smercio che ve n’è danno di annua rendita a’ cittadini oltre d. 10.000” (p. 40). Qualche anno dopo il De Leon pubblica una sintesi di queste notizie nella voce “Barletta” di un’opera (Delle città d’Italia) pubblicato a Perugia nel 1774.
Nel 1785, nel manoscritto “Memoria per lo signor Conte di Chiaromonte sullo stato del lago Salpi” ad opera di un autore anonimo, si fa riferimento agli “.. abitatori delle non poche pagliaja applicati alla coltivazione de’ melloni e delle cipolle su quella lista di terra tra’lmare ed il lago…”.

Nel 1931 viene pubblicata una “Guida Gastronomica d’Italia” dal Touring Club Italiano. Nel capitolo dedicato alla Puglia, la guida cita come tipici della regione “i cetrioli e le grosse cipolle degli arenili tra Barletta e Margherita di Savoia… “(Pensato e Russo, 2005). Secondo Del Vecchio e Frabboni (2003) la coltura della cipolla prende forte impulso nella zona a partire dagli inizi degli anni 20. Nel censimento dell’agricoltura del 1929 risultavano coltivati a cipolla in provincia di Foggia, quasi 380 ha tra coltura principale e ripetuta. La zona degli arenili, rappresentata dalle superfici riportate per Manfredonia (il comune di Zapponeta non era stato ancora istituito) e a Margherita di Savoia, ne assommava, oltre 100 ha in coltura principale e poco piu di 40 ha in coltura ripetuta.

LA CIPOLLA BIANCA DI MARGHERITA

Origine degli Arenili In origine l’area a sud di Manfredonia era caratterizzata dalla presenza di tre laghi: sulla destra del Candelaro il lago Bersentino (o Versentino) e il lago Salso, mentre più a sud il lago costiero denominato “Lago Salpi” diviso dal mare da una striscia di dune lunga 20 km e larga 200 m (Fig 2).
Durante il XVI secolo tutto il Tavoliere veniva descritto come un territorio desolato soggetto a carestie dopo lunghi periodi di siccità.
Il primo tentativo di bonifica di queste aree paludose avvenne tra il 1559 e il 1562 (Pascale, 1912).
Le azioni più determinanti verso la difficile e lunga opera di bonifica del Tavoliere risalgono pero all’inizio del ‘900. Gli sforzi si intensificarono con le leggi di bonifica integrale del 1933, il Piano Curato, il Piano Medici-Carrante-Perclisa e quello Mazzocchi-Alemanni. Gli interventi più importanti riguardarono la realizzazione delle vasche di colmata dei laghi costieri, i relativi canali colmatori e le idrovore per lo scarico a mare delle acque di supero.

Determinante fu lungo gli arenili di Zapponeta e di Margherita di Savoia l’assegnazione di terre melmose a contadini eroici, coraggiosi e tenaci, che stimolo i primi lavori di bonifica a cura di privati. La bonifica avvenne con riporti di sabbia prelevati dalle dune marine, trasportata con ceste a braccia, con carri e carriole dai contadini e stabilizzata con lunghe concimazioni provenienti da paglia di lettiere e da stallatico (Jarussi, 1987). 11 lavoro svolto dai contadini nelle paludi retrostanti il cordone dunale è stato memorabile ed ha permesso di risanare da 300 a 400 ettari, creando una delle piu floride e produttive zone orticole d’Italia.
Nel risanamento l’unica accortezza richiesta era quella di far rimanere i 60 cm. di sabbia sulla falda acquifera. Secondo Colacicco (1955) uno strato di sabbia maggiore o inferiore ai 60 cm non avrebbe permesso di raggiungere i risultati tipici dell’arenile in quanto, considerata la granulometria della sabbia, con spessori inferiori si sarebbe avuta la risalita dell’acqua salina per capillarità e con spessori maggiori non si sarebbero verificati quei fenomeni che permettono all’apparato radicale della pianta erbacea di essere alimentato dall’acqua.

La cipolla bianca IGP è un prodotto fresco caratterizzato da un bulbo bianco e tenero con un alto contenuto di zuccheri. Esistono quattro ecotipi così denominati: marzaiola o aprilatica, maggiaiola, giugnaiola e lugliatica: la marzaiola ha una forma piatta, mentre la cipolla lugliatica è completamente tonda. Il suo gusto è dolce, succulento e croccante.

La cipolla bianca di Margherita IGP è un ingrediente importante della dieta mediterranea ed è un’ottima alleata per perdere peso e ridurre la cellulite.

Scopri le nostre ricette qui.

La cipolla è da sempre considerata un antinfiammatorio e un antibiotico offerto da madre natura gratuitamente. Nel bulbo sono presenti vitamine, sali minerali, glucosidi solforati e altri oligoelementi con effetti positivi su molte patologie. Inoltre aiuta a regolare il colesterolo e la pressione arteriosa.

L’area di produzione comprende il territorio di Margherita di Savoia, Zapponeta e Manfredonia. In questa area il terreno sabbioso è l’ideale per la produzione di dolci e teneri prodotti con una forma perfetta.

La Cipolla Bianca di Margherita di Savoia è coltivata da tre secoli circa su questo territorio con le stesse tecniche di produzione.